L’Italia è tra le prime nazioni in Europa per numero di progetti presentati ma è tra gli ultimi Paesi per finanziamenti ottenuti. Di più, riusciamo a spendere, in media, meno del 70 per cento delle risorse che l’Unione europea ci mette a disposizione. Anche se, va detto che nel resto d’Europa non va molto meglio visto che comunque non si raggiunge il 100% di spesa. Per questo, anche come membro della commissione Politiche dell’Unione europea, ho lavorato alla Camera per modificare le regole che impediscono agli Stati membri, compresa l’Italia, di beneficiare della totalità delle risorse a disposizione che potrebbero contribuire in maniera determinante al rilancio della nostra economia. Ho, inoltre, presentato mozioni, interpellanze e interrogazioni per rendere la normativa europea più semplice e a misura di cittadini e imprese.
Ecco il mio lavoro:
Interpellanza sui fondi europei in giacenza
I ritardi nell’entrata a regime dell’Agenzia per la coesione territoriale e l’incapacità a presentare progetti di investimento credibili e di co-finanziarli, rischiavano di far perdere al nostro Paese 12 miliardi di fondi europei che avrebbero dovuto essere spesi entro la fine del 2015. Ho, quindi, discusso questa interpellanza urgente chiedendo al governo quali misure intendesse attuare per evitare che i fondi europei in giacenza venissero persi garantendo, al contempo, il tempestivo utilizzo dei fondi strutturali del periodo di programmazione in corso e assicurando l’adeguato funzionamento dell’Agenzia per la coesione territoriale. Mi sono dichiarata soddisfatta per l’impegno del governo per investire le risorse europee e soprattutto per la notizia – annunciata dal sottosegretario Bubbico rispondendomi – che, finalmente, il comitato operativo dell’Agenzia per la coesione territoriale fosse stato insediato. Tuttavia, ho ribadito la necessità di continuare a lavorare per andare oltre il 70,7% di risorse spese e, quindi, per fare in modo che neanche un euro di quelli a disposizione venga perso. Non possiamo permettercerlo.
Qui l’interpellanza: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=2/00984&ramo=CAMERA&leg=17
Qui la risposta del governo: http://adrianagalgano.it/wp-content/uploads/2018/01/galgano-risposta-interrogazione-fondi-ue-giacenza-1.jpg
Qui il video della discussione: https://youtu.be/qtFC8Z9Q5bM
Qui il comunicato stampa: http://adrianagalgano.it/comunicati/fondi-ue-non-possiamo-perdere-neanche-un-euro-solleciteremo-governo/
Interpellanza sulla mancata attivazione dell’Agenzia per la coesione territoriale
A giugno 2015 avevo presentato l’interpellanza sui fondi europei in giacenza per denunciare, a due anni dalla sua istituzione, la mancata operatività dell’Agenzia per la coesione territoriale che dovrebbe occuparsi proprio di garantire maggiore efficienza nella gestione dei fondi europei e di assistere gli enti locali nella destinazione e negli investimenti degli stessi. Il viceministro Bubbico mi aveva risposto che era stato insediato il comitato direttivo e che si era in trattativa con i sindacati per la definizione del regolamento. Azioni che avrebbero dovuto portare al pieno funzionamento dell’ente che però, ad ottobre, non era ancora operativo. Ho, quindi, ripresentato questa nuova interpellanza e nella sua replica il sottosegretario De Filippo ha annunciato che sono stati compiuti nuovi atti per arrivare all’operatività dell’Agenzia stessa consistenti nella registrazione da parte della Corte dei conti dei regolamenti organizzativo e contabile e nella presentazione del piano triennale 2015/2017. Tuttavia, questo organismo non era ancora pienamente funzionante. Un ritardo che non ha giustificazioni.
Qui l’interpellanza: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=2/01130&ramo=CAMERA&leg=17
Qui la risposta del governo: http://adrianagalgano.it/wp-content/uploads/2018/01/galgano-risposta-interpellanza-agenzia-coesione-1.jpg
Qui il video della discussione: https://youtu.be/Z2c5tIsz_D0
Il mio intervento in Aula per chiedere maggiore flessibilità dei vincoli di bilancio imposti dall’Ue
Al Presidente del Consiglio Renzi, in un mio intervento in Aula durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana, ho chiesto di impegnarsi con forza per il rilancio della crescita attraverso investimenti in settori ad alto potenziale quali la ricerca e l’innovazione, l’energia, e le infrastrutture. Per finanziare questi investimenti ho evidenziato come sia fondamentale riuscire ad ottenere una maggiore flessibilità dei vincoli di bilancio per gli Stati membri dell’Ue che abbiano avviato riforme strutturali. Ho suggerito, a nome del mio gruppo, di escludere, dal calcolo dei parametri relativi all’indebitamento, la spesa per il cofinanziamento nazionale dei programmi sostenuti dai fondi dell’Unione. In un momento di grave crisi avere diritto alle opportunità offerte dai fondi e avere regole che non ti permettono di usufruirne interamente, è un altro film dell’orrore se pensiamo al numero di disoccupati che abbiamo. Semplicità ed efficacia devono diventare le parole d’ordine nella redazione della normativa europea che deve diventare sempre più a dimensione di cittadino e di impresa.
Qui il video: https://youtu.be/YXrXwzrYUww
Mio intervento durante audizione ministro Delrio sulla spesa dei fondi europei
Durante l’audizione del ministro Delrio in commissione Politiche dell’Unione europea, ho evidenziato come l’Italia abbia speso soltanto il 49% dei fondi assegnati dall’Unione europea e come anche in Europa la media di spesa si attesti soltanto al 66%: è chiaro, quindi, che c’è un problema perché, in ogni caso, non si riesce mai a raggiungere il 100%. Quindi, ho chiesto di rivedere le regole e anche gli obiettivi che si danno ai singoli Paesi. Altro tema che ho posto è stato di investire queste risorse in progetti utili: la Corte dei conti europea ha, infatti, certificato che nella maggioranza dei casi gli investimenti non rendono come dovrebbero. Quindi, anche questa è una partita da porre con forza in Europa. Inoltre, ho chiesto di fare il punto sull’attivazione dell’Agenzia per la coesione che aveva il compito di facilitare la spesa dei fondi europei in Italia e di potenziarne il ruolo alla luce dell’incapacità mostrata, in questo senso, dalle amministrazioni locali.
Qui il video: https://youtu.be/yMyVbreryms
Mozione su riforma criteri di formazione del bilancio comunitario
Semplificare i criteri di formazione del bilancio comunitario per renderlo comprensibile e verificabile dal Parlamento e dai cittadini ed eliminare lo sconto inglese. A questo punta la mozione che è stata approvata dalla Camera. Sono, infatti, convinta che il Governo debba spingere per rafforzare l’Europa delle risorse proprie, anche imponendo nuove imposte comunitarie, che non aumentino naturalmente l’aggravio a carico di ogni singolo Paese, ma da cui il cittadino possa comprendere quanto versa all’Europa e quanto ne ottiene indietro. Nel testo si impegna anche il Governo a rendere più coerenti gli obiettivi di politica economica dell’Unione privilegiando ricerca, innovazione, industria e integrazione con la spesa perché un bilancio che impegna due terzi delle sue risorse nelle politiche agricola e di coesione, non è in armonia con gli obiettivi di occupazione, soprattutto dei giovani, e di ripresa economica.
La puoi leggere qui: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=1/00583&ramo=CAMERA&leg=17
Qui un articolo de Il Velino sulla mozione: https://agvilvelino.it/articolo-archivio-storico/?EditorialArticleId=b5503765-a522-4885-9183-eec018082de5/
Mio intervento durante audizione Cingolani in commissione Politiche dell’Ue
Sono intervenuta a margine dell’audizione informale del direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Roberto Cingolani nell’ambito delle comunicazioni sulla rinascita industriale europea. Ho colto l’occasione per chiedere quali siano i principali oneri che pesano sulla ricerca italiana ed europea e quindi cosa si può fare per alleggerirli. Inoltre, ho domandato quale contributo i legislatori europeo e italiano possono dare per rendere le licenze più redditizie e, per quanto attiene i fondi europei, in vista dell’attivazione del bando Horizon 2020 e degli 80 miliardi stanziati per la ricerca, cosa si può fare per aiutare i ricercatori italiani a spendere tutte le risorse a disposizione visto che non riescono a farlo.
Qui il video: https://youtu.be/nRUyNAHlaNU
Mozione sulla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa
Partendo dalla considerazione che la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa ha come obiettivo quello di far fronte a situazioni di emergenza, in modo da migliorare le condizioni delle popolazioni più disagiate d’Europa, e che è finanziata per una quota rilevante dall’Italia che però non ha ricevuto risorse negli ultimi anni, in questa mozione impegno il governo a verificare la possibilità di ricevere risorse per progetti che riguardino la situazione delle carceri, l’edilizia scolastica, la tutela delle zone ambientali a rischio e il sostegno delle piccole e medie aziende. Inoltre il governo dovrà lavorare per fare in modo che i finanziamenti, che noi diamo ad istituzioni di solidarietà, non vengano considerati nell’ambito dei parametri e delle soglie del fiscal compact evitando, quindi, di peggiorare la nostra situazione relativamente ai carichi della normativa suddetta e di ridurre la nostra possibilità di intervento.
La trovi qui: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=1/00366&ramo=CAMERA&leg=17
Qui il video del mio intervento in Aula: https://youtu.be/I9ifnx_tt0o
Mio intervento in commissione Politiche Ue in occasione audizione ministro Trigilia
Ho voluto sottolineare come sui fondi europei ai singoli Stati incombesse un pericolo, tanto paradossale quanto inquietante: i Paesi con maggiori difficoltà, e quindi con regioni maggiormente svantaggiate, rischiano di non poter usufruire delle risorse, mentre quelli con i conti più a posto sì. Il principio di macrocondizionalità introdotto nelle regole di funzionamento dei fondi europei potrebbe dunque snaturare lo strumento del fondo stesso. In base a questo principio infatti se il Consiglio europeo accerta che uno Stato non ha corretto il proprio deficit eccessivo, o se non ha adottato almeno due raccomandazioni in seguito a una procedura per squilibri macroeconomici, l’Ue ha il potere di bloccare parte o addirittura il 100% dei fondi destinati a quel Paese. Ho, quindi, affermato di condividere le preoccupazioni del ministro Trigilia sul fatto che tutto ciò potrebbe dare origine ad un meccanismo perverso al quale bisogna reagire: i fondi devono essere utilizzati indipendentemente dalle difficoltà macroeconomiche.
In visita con la Commissione Politiche dell’Ue presso la Commissione Europea
La visita è stata un momento importante di confronto. Ho, infatti, avuto modo di segnalare a Nicola De Michelis, capo gabinetto aggiunto del commissario Johannes Hahn, responsabile per la politica regionale, che è vero che l’Italia ha speso solo il 56% dei fondi europei che ci sono stati assegnati ma ho fatto notare come in tutta Europa la media sia del 66%. Pertanto ho chiesto che la Commissione faccia di più per favorire l’impiego dei fondi da parte dei Paesi membri, ad esempio anticipando la programmazione europea: se i fondi sono relativi al periodo 2014-2020 non va assolutamente bene che l’accordo di partenariato venga firmato ad ottobre 2014 e i piani regionali e ministeriali nel 2015. Un altro aspetto importante che ho potuto affrontare è stato quello della risoluzione delle infrazioni in tema ambientale. Una su tutte, quella relativa alle discariche abusive che va avanti dal 2003.
Mio intervento in commissione Politiche Ue durante audizione Perotti
In commissione Politiche dell’Ue sono intervenuta a margine dell’audizione del professor Roberto Perotti, ordinario di politica economica all’Università Bocconi di Milano, in merito all’indagine conoscitiva sull’attuazione e l’efficacia delle politiche Ue in Italia. Ho ribadito l’importanza di riuscire a trovare il modo di spendere in maniera virtuosa i soldi che arrivano dall’Europa, poiché l’aumento del Pil che ne deriverebbe avrebbe effetti positivi in particolare sulla riduzione dell’imposizione fiscale, tema che anche Perotti considera una priorità. L’Italia non è la sola a non spendere in maniera efficace sia quantitativamente che qualitativamente tali fondi: se la media italiana è del 56%, quella europea è di poco superiore (66%), quindi si tratta di rivedere le regole europee e prevedere un crono-programma, come ho già chiesto in altre sedi. Come esempio umbro di poca lungimiranza nell’efficacia dell’utilizzo dei fondi europei ho fatto cenno al minimetrò di Perugia, con i suoi 8 milioni l’anno di perdite che ricadono sui cittadini.
Qui il video: https://youtu.be/LNeDZd2B_Mg
A Perugia all’incontro su fondi e finanziamenti europei per la ricerca
Ho preso parte all’incontro organizzato dal dipartimento di Lettere dell’Università degli studi di Perugia su fondi e finanziamenti europei per la ricerca ed ho ribadito che, stante la situazione critica del bilancio in Italia, è indispensabile per l’università fare sistema, soprattutto con gli enti locali, stringere alleanze e costruire progetti di grande respiro per riuscire a spendere i fondi messi a disposizione da programmi come Horizon 2020 ed Europa Creativa. Ho potuto constatare come il nostro Parlamento non riesca ancora a fare battaglie per contare di più in Europa e contribuire a stabilire regole vantaggiose anche per il nostro Paese, perpetrando così un ritardo culturale che ci costringe al terzultimo posto nell’utilizzo dei fondi Ue, mentre siamo al terzo posto come contribuenti. I nostri docenti e ricercatori sono in grado di proporre progetti di eccellenza, ma poi bisogna essere bravi anche a fare pressione sui funzionari e i parlamentari europei perché promuovano gli interessi della ricerca nazionale. In questo contesto ho auspicato che anche l’Università degli studi di Perugia si impegni per ottenere risorse per potenziare le proprie strutture di progettazione, valorizzando la crescita professionale di team di gestione dei progetti europei sempre più efficaci.
A Gubbio all’incontro sui fondi europei
Sono stata tra i relatori della tavola rotonda sui fondi europei, organizzata in collaborazione con la lista civica Scelgo Gubbio, insieme a Stefania Proietti (dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia), Alessandro Ragnoni (Loccioni Group), Roberto Spogli (Prolabin & Tefarm srl) e Luca Gammaitoni (dipartimento di Fisica dell’Università di Perugia). Tra i ‘concetti-chiave’ che ho condiviso con gli altri partecipanti: la necessità di mettere in campo buone idee e capacità progettuali, l’importanza di mettere insieme partner e soggetti diversi per condividere percorsi comuni, ricerca e innovazione da sviluppare in relazione alle questioni sociali più pressanti (vedi rifiuti e ambiente, valorizzazione risorse, sostenibilità, mobilità, ecc.), la capacità di “bussare” direttamente in Europa senza passare per la Regione e la visione interdisciplinare che dovrebbero avere ricerca e progetti.
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