‘UMBRICELLUM’, SC VA AVANTI: DEPOSITATA L’INTERPELLANZA SULL’INCOSTITUZIONALITA’ DELLA LEGGE ELETTORALE

Roma, 4 marzo 2015 – “Mentre il Governo si riserva di esprimere la valutazione rispetto alla possibile impugnazione della legge elettorale dell’Umbria al termine dei 60 giorni previsti dalla normativa, Scelta Civica resta convinta che l’assegnazione del premio di maggioranza senza fissare una soglia minima di voti sia in contrasto con gli indirizzi espressi dalla Consulta e per questo abbiamo presentato un’interpellanza urgente all’Esecutivo”. La deputata di SC, Adriana Galgano continua la battaglia a difesa del pluralismo e del diritto di rappresentatività dei cittadini umbri “leso da un testo rispetto al quale gli stessi uffici della Regione Umbria hanno espresso dubbi di legittimità”.

Scelta Civica, infatti, ha depositato l’interpellanza in merito, che verrà discussa in Aula venerdì, nella quale si chiede al Governo “quali iniziative intenda assumere per impugnare innanzi la Corte Costituzionale la nuova legge regionale umbra, nel rispetto dell’uguale diritto di voto di ciascun elettore e del carattere rappresentativo dell’assemblea legislativa regionale, conformemente ai principi dettati dalla Consulta”. Come riporta il testo a firma di Galgano e del capogruppo di SC alla Camera, Mazziotti, la sentanza n. 1 del 2014 evidenzia come l’attribuzione del premio di maggioranza senza soglia di voti rappresenta “un’alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto”.

“Questa previsione – fa notare la deputata – non risponde neppure ai criteri di proporzionalità e ragionevolezza visto che assegna sempre e comunque 12 seggi +1 al miglior perdente: paradossalmente è ingiusto anche nel caso che si vinca con l’80% dei voti, perché poi vengono attribuiti solo il 60% dei seggi. Per non parlare – continua Galgano – della possibile esclusione delle forze politiche esterne alle coalizioni che arrivino all’8% dei voti e che, con questa legge, non verrebbero rappresentate in Consiglio nonostante la manifesta volontà degli elettori di vederle contribuire al governo dell’Umbria”.

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