PALAZZI MARINI, SC PENSA AI 300 LAVORATORI NON AGLI IMMOBILI: CONTRATTO DI RICOLLOCAZIONE PER REIMPIEGARLI

Roma, 25 febbraio 2015 – Palazzi Marini, non ha senso continuare la trattativa con la Milano ’90 piuttosto bisogna pensare ai  300 lavoratori che perderanno la propria occupazione e dobbiamo farlo subito visto che già a marzo rischiano di ritrovarsi senza impiego. A dirlo è la deputata di Scelta Civica, Adriana Galgano che, a margine della riunione dei gruppi con i questori che hanno seguito la vicenda Scarpellini, chiede al Governo di estendere ai dipendenti della società immobiliare il contratto di ricollocazione previsto dal ‘Jobs Act’.

“Scelta Civica si preoccupa del destino dei lavoratori della Milano ’90 e non dei locali dei palazzi Marini – evidenzia la parlamentare – Le posizioni, infatti, non sono conciliabili visto che Scarpellini non intende accettare l’offerta della Presidenza della Camera, la cui congruità è stata stabilita dall’Agenzia del Demanio, che corrisponde al 57% di quanto richiesto dalla società (2.604.000 euro all’anno più Iva contro i 4.570.000 della Milano ’90). Non basta, se si riuscisse ad arrivare ad un compresso sulla mensa di palazzo Marini 3 – fa notare ancora Galgano – sarebbero soltanto 100 i dipendenti impiegati mentre gli altri 200 coinvolti nella gestione dei palazzi Marini già disdetti, si ritroverebbero comunque senza lavoro”.

“Ritenendo, quindi, chiuso il rapporto tra la Camera dei deputati e Scarpellini – spiega la deputata – Scelta Civica chiede al Governo di attivare una soluzione che permetterebbe a tutti i lavoratori della Milano ’90 di trovare un nuovo impiego tramite l’applicazione del contratto di ricollocazione che prevede il loro affiancamento con agenzie o centri per l’impiego per aiutarli nella ricerca del lavoro. Queste strutture, per ogni disoccupato che effettivamente trovi un nuovo impiego, riceveranno un voucher il cui importo varia a seconda del livello di occupabilità del soggetto che hanno aiutato. Questa potrebbe essere la strada giusta per assistere i dipendenti della Milano ’90 – chiude Galgano – e contemporaneamente creare valore attraverso vero lavoro”.

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