NO A RISOLUZIONE SU BREVETTO EUROPEO PRIMA DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO

Roma, 17 giugno 2015 – “Sono quasi due anni che la commissione Politiche dell’Ue ha chiesto, e continua a sollecitare al Governo, la valutazione dell’impatto che produrrebbe sul nostro sistema produttivo e sulla finanza pubblica l’adesione dell’Italia alla cooperazione rafforzata sul brevetto europeo e al Tribunale unico,  come hanno fatto i principali Paesi europei prima di decidere di aderire. Oggi finalmente, durante la seduta congiunta delle commissioni X e XIV che esaminava due risoluzioni presentate al riguardo, il sottosegretario Vicari ci ha comunicato che la valutazione verrà ultimata nelle prossime settimane. Per questo abbiamo chiesto che le risoluzioni sul brevetto non vengano votate fino a quando non ci saranno resi noti gli esiti della valutazione stessa. Non si comprende quale sarebbe l’utilità di una valutazione ex post, ad adesione avvenuta”. A dirlo la deputata di Scelta Civica, Adriana Galgano che aggiunge “abbiamo, inoltre, invitato il sottosegretario a continuare la battaglia relativa alla lingua da utilizzare per brevettare visto che la Corte di giustizia europea non si è ancora pronunciata in merito: oggi è previsto che lo si faccia in inglese, francese e tedesco, mentre auspichiamo che si includa anche l’italiano oppure, in alternativa, si utilizzi solo l’inglese, in modo da evitare indebiti vantaggi competitivi per le imprese di alcuni Paesi”.

“La valutazione di impatto è  indispensabile viste le difficoltà e i costi che tutte le aziende e, in particolare le piccole, in caso di controversia, dovrebbero sostenere per affrontare una causa all’estero e in una lingua diversa – aggiunge Galgano – Ricordo che, aderendo al sistema della corte unitaria, un’azienda italiana, citata in giudizio da un’impresa concorrente estera, potrebbe avere i conti bloccati da una delle tre sezioni centrali, con sede a Londra, Parigi e Monaco, prima dell’inizio del giudizio. Considerato che a contare sono soprattutto le sedi centrali – chiude la deputata di SC –  appare poco rilevante che avremmo a Milano una sede locale del tribunale  che, peraltro, spetterebbe a tutti i Paesi aderenti”.

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