RAPPORTO AUR UMBRIA, DATI DA BRIVIDO: RILANCIAMO ECONOMIA PER DISINNESCARE SPIRALE RECESSIONE

Perugia, 4 febbraio 2015 – Quasi undici punti percentuali di Pil persi (contro i 7 della media nazionale e i 10 del Sud), una crescita ferma allo 0,4% ossia ai ritmi del Meridione, consumi crollati del 3,8% e soprattutto l’impennata della disuguaglianza con i poveri che sono più che raddoppiati tanto che, nel 2013, il 23,3% degli umbri è risultato a rischio povertà o esclusione sociale e i giovani hanno pagato il prezzo più alto in termini di vulnerabilità. “Sono dati da brivido quelli illustrati dall’Aur nel Rapporto economico sociale sulla nostra regione” evidenzia la deputata di Scelta Civica, Adriana Galgano sottolineando la necessità di “mettere in campo azioni incisive per far ripartire l’economia e per offrire un sostegno alle famiglie che si trovano a fare i conti con le macerie che la lunghissima fase di recessione ha lasciato dietro di sé”.

“Disoccupazione crescente, specie tra i giovani, fallimenti in rialzo e l’ombra sempre più ingombrante della deflazione – affonda la parlamentare – sono diventati una costante quando si parla di economia umbra. La meridionalizzazione non è più un rischio ma, come dimostrano i dati dell’Aur e di Bankitalia sul Pil, una realtà cui bisogna mettere un freno. Abbiamo sofferto la crisi più delle altre realtà locali – fa notare Galgano – perché negli anni scorsi l’economia dell’Umbria è stata incentrata quasi esclusivamente sull’intervento del pubblico che non ha permesso al tessuto locale di rafforzarsi ed è proprio in quella vulnerabilità che sta il nostro tallone di Achille”.

“Più che concentrarsi sui timidi segnali di ripresa che sono ben lontani dal consolidarsi in tendenza – avverte la deputata di SC – si dovrebbe lavorare per dare una scossa al sistema ricostruendo la rete imprenditoriale e il tessuto sociale. Si deve agire subito, stimolando la domanda di lavoro, incentivando gli investimenti in innovazione, fornendo sostegni alle famiglie in difficoltà, alleggerendo la pressione fiscale che grava sulle imprese e depennando dai bilanci pubblici tutti gli sprechi, dalle partecipate alle opere incompiute per citarne solo due. Bisogna, insomma – chiude Galgano – innescare il circuito virtuoso che rimette in moto l’economia senza ulteriori indugi o ritardi che non possiamo più permetterci”.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: