Trevi, 14 dicembre 2014 – “Musei e paesaggi culturali” è stato il tema al centro della seconda assemblea di Icom Umbria, che si è svolta al Teatro Clitunno di Trevi, cui hanno partecipato il coordinatore dell’International Council of Museums regionale Giovanni Luca Delogu, l’assessore regionale ai Beni e alle attività culturali Fabrizio Bracco, il soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria Anna Di Bene e il sindaco di Trevi, Bernardino Sperandio. Erano presenti anche la deputata di Scelta civica Adriana Galgano, il presidente di commissione del Consiglio di Stato Giuseppe Severini, il direttore dei Musei Ecclesiastici Umbri Saul Tambini e la presidente della delegazione del FAI regionale Nives Tei.
Il sottosegretario di Stato del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Ilaria Borletti Buitoni nel suo messaggio ha evidenziato come “nel decreto ‘Sblocca Italia’ siamo riusciti ad eliminare alcune disposizioni che rischiavano di ridimensionare, sino al limite dell’esclusione, il coinvolgimento degli organi di tutela in progetti dal forte impatto (aeroporti, ferrovie, autostrade)”.
A questo proposito la deputata umbra di Scelta civica, Adriana Galgano ha voluto essere presente perché “quello della tutela del paesaggio è un tema centrale per indirizzare le politiche urbanistiche che, promuovendo lo sviluppo, devono salvaguardare una risorsa così importante, per l’Umbria”. La parlamentare, inoltre, ha lanciato un appello al Governo e alle istituzioni locali: “I musei sono un patrimonio del nostro Paese e della nostra regione. La politica ha ancora molto da imparare su come rilanciarne la crescita e, per farlo, deve comprendere che sono una risorsa prima che costi da tagliare”.
Mentre il coordinatore di Icom Umbria, Giovanni Luca Delogu, riferendosi ai dati pubblicati nel 48esimo Rapporto Censis sulla situazione del Paese, ha incentrato il suo intervento sul “capitale inagito” ovvero sul patrimonio culturale che non produce valore. “L’Italia riesce soltanto in minima parte a mettere a valore il ricco patrimonio culturale di cui dispone – ha fatto notare Delogu – a differenza del resto delle economie europee che, dal 2007 ad oggi, hanno registrato un significativo sviluppo del settore”. Il coordinatore di Icom, a questo proposito, ha fornito alcuni dati per rendere la portata del fenomeno: in Italia, tra il 2007 e il 2013, si è registrato un -1,6% in termini di valore aggiunto prodotto dalla cultura, contro il +4,8% della Germania e il +9,2% della Francia, e un +3,3% in termini occupazionali, contro il +10,9% della Germania e il +6,3% della Francia.
“La soluzione non è il lavoro volontario” ha sferzato Delogu evidenziando come “anche a livello locale vi sia stata una drastica riduzione dei flussi finanziari del settore cultura: tra il 2000 e il 2013 – ha riportato il coordinatore di Icom – il calo medio annuale è stato del 5% e risulta dimezzata anche l’incidenza della voce cultura rispetto al totale della spesa pubblica registrata in Umbria”. “Se poi la si considera in rapporto alla spesa pro capite, essendo aumentata la popolazione, – ha concluso Delogu – la nostra regione è la terza in Italia per riduzione dell’incidenza della spesa per la cultura”.
Da qui la proposta, prendendo come riferimento il regolamento di riorganizzazione del Ministero dei Beni culturali e rilanciando il ruolo dell’Umbria come regione all’avanguardia per le politiche museali, di accelerare con la creazione dei “poli museali”, il nuovo strumento di integrazione tra gli indirizzi locali e statali.