DDL CONCORRENZA, RINVIARLO AL SENATO SIGNIFICA FRENARE CRESCITA PAESE

Roma, 29 giugno 2017 – “Ddl concorrenza, dobbiamo tornare a far crescere l’economia del Paese. Soltanto così potremo aumentare l’occupazione e gli investimenti. L’Italia, infatti, stenta a crescere da più di 20 anni ed è ora di individuare le ricette giuste per farlo. Purtroppo, per alimentare facile consenso, c’è chi suggerisce di stampare moneta. Peccato che siamo nel 2017 e che, anche se tornassimo alla vecchia cara lira, una ricetta così datata non è affatto garanzia di sviluppo. A dimostrarlo il Giappone. Il cui governo sta pompando la sua economia con la moneta dal 2013, ben 700 miliardi di yen all’anno e nonostante questo è cresciuto di uno striminzito 0,4 nel 2014, 0,5% nel 2015 e 1% nel 2016”. Così Adriana Galgano, deputata di Civici e Innovatori, argomenta l’astensione in votazione del ddl concorrenza decisa dal gruppo parlamentare.

“Vogliamo poi parlare di tutti coloro che per crescere suggeriscono di azionare la leva della spesa pubblica con le risorse distribuite a pioggia? – ha continuato – Il nostro Paese, che ha praticato e pratica a man bassa questa ‘politica’, si ritrova oggi ad essere la maglia nera d’Europa per la crescita e con uno dei debiti pubblici più rilevanti  nel mondo: una pesantissima palla al piede. A queste proposte dagli scarsi risultati, noi di Civici e Innovatori contrapponiamo più concorrenza come leva per dare nuovo impulso all’economia. Più concorrenza significa più occupazione e più benessere diffuso. Quindi, questo ddl concorrenza è uno dei pochi provvedimenti in grado di rimettere in moto l’economia. Per questo ci siamo battuti perché venisse approvato e avevamo chiesto che il governo mettesse la fiducia”.

“E’ incredibile che dopo 857 giorni – ha sottolineato la deputata – abbiamo deciso di farlo ritornare al Senato. Il ddl concorrenza non è certo quello che avremmo voluto. Basta ricordare due delle battaglie che abbiamo combattuto e perso a favore dei cittadini e dell’equità: quella per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C e quella per consentire ad imprese giovani di operare nel turismo attraverso l’uso dei risciò per trasportare le persone nei centri storici, come succede in tutta Europa. Liberalizzare i farmaci di fascia C avrebbe consentito di ridurre il costo dei medicinali per  i cittadini che oggi devono risparmiare anche sulle cure e avrebbe reso più equo l’esercizio della professione tra i laureati in farmacia”.

“Tuttavia il ddl ha comunque lati positivi come la liberalizzazione del settore dell’energia e misure a favore dei  consumatori nel settore delle assicurazioni – ha evidenziato Galgano – Inoltre, prevede una liberalizzazione a costo zero ma dall’impatto dirompente per la cultura e la ricerca italiana: i ricercatori, infatti, non dovranno più pagare per immagini scattate in biblioteche e archivi e, purtroppo, il ritardo dell’approvazione del ddl comporterà il rinvio di questo vantaggio per tanti studiosi, soprattutto giovani. Ribadiamo, quindi, il nostro profondo dissenso per questo ulteriore passaggio al Senato che mette addirittura a rischio  l’impulso alla ripresa economica e occupazionale”.

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