HOME RESTAURANT, GRAZIE A NOSTRO INTERVENTO SALVO SOCIAL EATING

Roma, 17 gennaio 2017 – “Se il social eating in Italia si potrà ancora fare, è merito delle modifiche che noi di Civici e Innovatori siamo riusciti a far inserire in questa normativa evitando che i privati, che organizzano fino a 5 cene l’anno a casa propria, iscrivendosi su una piattaforma, per conoscere altre persone e condividere interessi, debbano essere costretti a ottemperare tutte le norme che oggi abbiamo approvato. Siamo riusciti anche ad evitare che coloro che organizzano cene occasionali a casa siano obbligati a presentare la Scia in Comune e ad ottenere la certificazione Haccp. Questi obblighi sono veramente un assurdo perché non stiamo parlando di attività economiche o di ristorazione tradizionale ma di un modo per aumentare la socialità e per condividere passioni culinarie grazie alla tecnologia”. Così Adriana Galgano, del gruppo Civici e Innovatori, intervenendo in Aula sulla Disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata, ha espresso il voto a favore del gruppo.

“Siamo d’accordo sul fatto che non debbano esserci forme ibride, a metà strada tra social eating e ristorazione tradizionale, che consentano ad alcuni ciò che ad altri è proibito e – ha detto ancora – e che bisogna evitare qualsiasi forma di elusione ma gli obblighi previsti da questa normativa ci sembrano francamente esagerati. Se pensiamo, infatti, che la media delle spese condivise per il social eating ammonta a 2mila euro, ci rendiamo conto che un privato rischia di rimetterci soldi per organizzare qualche cena nella propria abitazione? Tra le altre criticità che rileviamo – ha affermato Galgano – l’uso dei decreti delegati che, pur avendoci permesso di eliminare gli obblighi della Scia e dell’Haccp, rendono più faticosa e lenta l’applicazione della disciplina, mentre oggi abbiamo bisogno, soprattutto, di certezze e velocità”.

“Riteniamo, inoltre, troppo afflittive le sanzioni previste dall’articolo 6 per chi non rispetta la normativa: imporre, infatti, la chiusura dell’attività è veramente eccessivo. Infine – ha concluso la deputata – consideriamo inutile predisporre questa disciplina a se stante per il social eating che, invece, proprio perché rientra a pieno titolo nella sharing economy doveva essere normato nella proposta di legge di cui molti di noi Civici e Innovatori sono firmatari”.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: