CRISI EDITORIA, A RISCHIO PLURALISMO E OCCUPAZIONE

Roma, 7 luglio 2015 – La crisi dell’editoria e, in particolare, la situazione di grave criticità in cui versano le testate locali umbre sono al centro dell’interpellanza urgente presentata dalla deputata di Scelta Civica, Adriana Galgano con la quale si chiede al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi “quali iniziative, anche di tipo normativo, si intendano prendere al fine di salvaguardare un patrimonio che fa parte della cultura non solo dell’Umbria ma anche del Paese e con esso salvaguardare i livelli occupazionali del comparto”.

“L’editoria italiana perde copie e pubblicità, ha bilanci in rosso e dà lavoro ad un numero sempre minore di persone – spiega la parlamentare – secondo i dati del rapporto di Mediobanca, le perdite, in cinque anni, hanno raggiunto la cifra di 1,8 miliardi di euro e, per un calo del 24,8% della diffusione, si registra una diminuzione del 27,7% dei ricavi dalle vendite, nonostante il prezzo di copertina sia aumentato di 30-50 centesimi in media. A questi dati negativi gli editori hanno reagito tagliando il 22% della forza lavoro, con 4.200 dipendenti messi alla porta tra licenziamenti e prepensionamenti – evidenzia Galgano – e, negli ultimi due anni, hanno chiuso 32 testate giornalistiche nazionali e locali con 3mila posti di lavoro svaniti nel nulla. A farne le spese l’editoria cooperativa, locale e del non-profit. Ma anche radio e tv locali dove ormai purtroppo non si contano licenziamenti, contratti di solidarietà e cassa integrazione”.

“In questo quadro molto preoccupante si inserisce quello relativo alla difficile situazione del mondo dell’editoria in Umbria – continua la deputata di SC – con gli ultimi casi de Il Giornale dell’Umbria e dell’Ansa che rischiano di chiudere, e vi è grande incertezza anche per altre presenze editoriali sia della carta stampata, che dell’emittenza locale radiotelevisiva. Tutto questo determina un quadro di grande preoccupazione non solo per l’irrinunciabile ruolo dell’informazione quale presidio di pluralismo e democrazia – sottolinea Galgano – ma anche per i livelli occupazionali messi a rischio, soprattutto per i giovani che vi lavorano, in molti casi già in condizioni di precarietà”.

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